La "Kaiservilla", la residenza estiva dell'imperatore Francesco Giuseppe I.
foto:
Toffel
Che cosa si dovrebbe
sapere di Bad Ischl?
Le sorgenti di acqua salina nei dintorni di Bad Ischl furono scoperte già
nel '500, ma il periodo d'oro della città come località di cure e di
villeggiatura iniziò negli anni venti dell'800 quando si scoprirono gli
effetti curativi delle acque della città. In pochi anni la fama crescente di
Bad Ischl attirò anche molti membri della nobiltà viennese. Il
cancelliere
Metternich si recò qui, l'arciduchessa Sofia e più tardi anche il
principe
ereditario Rodolfo d'Asburgo vollero sperimentare le benefiche acque saline
della zona.
Nel 1853 l'imperatore
Francesco Giuiseppe fece costruire qui la
"Kaiservilla" (vedi la foto), circondata da un grande parco, che divenne,
fino al 1914, la residenza estiva della famiglia imperiale.
Successivamente, oltre alla nobiltà, molti artisti e musicisti, tra cui
Franz
Lehár, scelsero Bad Ischl come luogo di villeggiatura.
In ricordo di quel periodo che ha lasciato una forte impronta architettonica
a Bad Ischl, la città si chiama oggi "Kaiserstadt" (città dell'imperatore).
Il Palazzo del Teatro e dei Congressi
foto:
Peter Haas
Cosa c'è da vedere a Bad Ischl?
la Kaiservilla e il
parco che la circonda,
Il Marmorschlössl (castelletto di marmo), uno dei
rifugi dell'imperatrice Sissi, oggi ospita un museo della fotografia,
la villa di Franz Lehár, oggi un museo dedicato al celebre musicista,
la piazza centrale Auböckplatzcon la
Trinkhalle, il padiglione delle terme e il monumentale
Postamt che fu il primo albergo della città,
la chiesa St. Nikolaus, in stile classicista (1771), il
campanile gotico è del 1490
la Kurhaus, lo stabilmento termale che sfrutta le acque saline,
l'Esplanade (vedi la foto), il famoso lungofiume che segue il fiume Traun
la torre sul monte Siriuskogl, da lì si ha una bellissima
vista panoramica sulla città (vedi foto in alto)
Altre foto di Bad Ischl:
La "Trinkhalle", una volta casa di cura, oggi ospita
esposizioni e mostre, c'è anche l'ufficio turistico.
foto:
Immanuel Giel