Se non è indicato diversamente, tutte le foto in questa pagina sono di
Wolfgang Pruscha.
La facciata principale dell'Achilleion con l'entrata al palazzo. Nel 1889
Elisabetta comprò la villa con giardino
che stava prima in questo posto
e la fece completamente rifare, secondo le sue indicazioni. La
ricostruzione,
affidata agli architetti italiani Raffaello Carito e Antonio
Landi, fu terminata nel 1891.
Accanto all'entrata si trova questa statua di Elisabetta, più o meno di
altezza naturale,
posta lì dal proprietario successivo, l'imperatore tedesco
Guglielmo II che ha comprato l'Achilleion nel 1905.
foto:
Marc Ryckaert
Il secondo piano della villa si apre verso un portico rettangolare coperto
appoggiato su colonne ioniche.
Davanti a ogni colonna c'è una statua in
marmo: si tratta delle nove Muse, le divinità che proteggono
le operazioni
artistiche e morali: la tragedia, la danza, la poesia lirica, bucolica,
religiosa, epica, eroica ed erotica,
l'astronomia e lo studio della storia.
Poi ci sono le statue delle Tre Grazie.
Davanti c'è una splendida terrazza dalla quale si accede ai giardini.
La Musa Melpomene che rappresenta la tragedia, che tiene una piccola lira.
Dietro ognuna di queste statue si trova, sulla parete del porticato, il busto
di un filosofo o di uno scrittore.
Qui (da sinistra a destra) i busti di Shakespeare, Platone ed Euripide.
Dal giardino si ha una bella vista sull'isola, in questa foto si vede il
panorama verso il nord.
Qui si guarda verso est, verso la terraferma greca.
Questa bella scala si trova a destra dell'entrata e porta al parco.
La statua più amata di Elisabetta era quella di Achille (opera di Ernst
Gustav Herter), collocata sulla
grande terrazza del parco.
Questa statua mostra l'eroe leggendario di Troia
nel momento della sua morte quando cerca di togliersi la lancia
dal suo
tallone, unico punto vulnerabile del suo corpo. L'estremo realismo della
rappresentazione del dolore
rende l'opera particolarmente espressiva.
Per il proprietario successivo della villa, l'imperatore tedesco Guglielmo
II la statua di "Achille morente" (quella di sopra)
era troppo poco eroica,
la fece spostare in un'altra posizione e fece erigere al suo posto un'altra
statua in bronzo
di un "Achille trionfante", non proprio un'opera d'arte, ma
molto monumentale: è alta 5,50 m che con la base
arriva a 11,50 m e pesa 4,5
tonnellate.
In un angolo un po' nascosto del giardino si trova questa statua di Lord
Byron, il poeta romantico inglese molto amato da Elisabetta.
foto:
James561
Questa statua del poeta tedesco Heinrich Heine (realizzata dall'artista
danese Louis Hasselriis su incarico di Elisabetta),
che Elisabetta amava sia per il suo spirito romantico che per le sue
opinioni politiche radicalmente democratiche,
stava inizialmente in un
tempietto rotondo in un posto privilegiato del parco. L'imperatore tedesco Guglielmo
II, che disprezzava Heine, fece rimuovere la statua e la sostituì con una di
Elisabetta. La statua di Heine si trova oggi nel giardino botanico di
Toulon, in Francia.
La statua di Frine (opera di Fritz Heinemann), una figura realmente esistita
nell'antica Greca. Frine era un'etera (oggi si direbbe una escort) che, per
la sua bellezza, aveva numerosi amanti e ammiratori
molto ricchi e influenti. Proveniva da un ambiente molto povero, ma divenne talmente ricca
che si diceva che si sia offerta di finanziare la ricostruzione delle
mura di Tebe, dopo che erano state distrutte da Alessandro Magno, purché su
queste mura fosse scritta: "Alexander le distrusse; Frine, l'etera, le
rifece". Il fatto che Elisabetta volesse questa statua nel suo parco è
significativo: riteneva la bellezza femminile un valore assoluto, al di
sopra di ogni giudizio morale.