La trilogia di Sissi, girata da
Ernst Marischka tra il 1955 e il 1958, è uno dei più grandi successi
nella storia del cinema. Nelle sue tre parti il film è diventato un
classico dei film d'amore, milioni di persone si sono commosse al cinema
o a casa durante una delle innumerevoli repliche alla TV. Il film ha
reso famosa la giovane attrice Romy Schneider che, per tutta la vita, nell'immaginario collettivo è rimasta la "Sissi" di questi film. I
tre film sono:
La principessa Sissi (titolo originale:
Sissi), 1955
Sissi, la giovane imperatrice (titolo originale:
Sissi - die junge Kaiserin), 1956
Sissi, il destino di un'imperatrice (titolo originale:
Sissi - Schicksalsjahre einer Kaiserin), 1958
Tra i primi a capire che la "Sissi"
del film non assomigliava per niente a Elisabetta d'Austria fu proprio
l'attrice Romy Schneider che, dopo l'incredibile successo dei tre film,
rifiutò l'offerta del regista Ernst Marischka di
girarne una quarta parte, nonostante la promessa di un compenso molto generoso. E quando ricevette da Lucchino
Visconti, nel 1972, l'offerta di rappresentare di nuovo Elisabetta
d'Austria nel suo film "Ludwig" accettò subito, perché questo film le
diede finalmente la possibilità di far vedere la vera Elisabetta. Vide il film
di Visconti come una liberazione da una falsa immagine di Sissi - e di se
stessa.
Tra l'altro, l'abbreviazione "Sissi" per Elisabetta è una invenzione del
regista Ernst Marischka, per rendere più dolce il nome della protagonista
dei suoi film. In realtà, all'epoca fu chiamata "Lisi" o "Sisi". E anche il titolo "principessa" è un falso, Elisabetta è stata
prima "Duchessa della Baviera" e dopo "Imperatrice dell'Austria, ma mai
"principessa".
Questa è la Sissi del film, conosciuta e amata dal grande pubblico.
In realtà la vita da imperatrice d'Austria non le diede molti motivi per
sorridere.
Tutti i fotogrammi in questa pagina sono del film:
"La principessa Sissi".
Anche Karl-Heinz Böhm, l'attore che interpretò il marito di
Sissi, l'imperatore Francesco Giuseppe, non amava questo ruolo e anche
lui cercò di scrollarsi di dosso l'immagine che si era creata nel
pubblico cinematografico. E ci riesce meglio di Romy Schneider.
Tutto questo non ha influenzato minimamente il successo
del film che continua, adesso nella versione del DVD o del Blu-ray, a vendersi molto
bene. E non c'è niente da obiettare, per chi ama le favole romantiche è
veramente un bel film. Basta ricordarsi che per questo film vale, in
modo particolare, l'avvertimento. "Ogni riferimento a persone realmente
esistite è puramente casuale".
Di seguito un confronto tra il racconto del film e la realtà storica. Bisogna
comunque dire che le libertà che si è preso il regista nella descrizione dei
fatti e nella cronologia degli eventi sarebbero meno importanti, se almeno
la caratterizzazione dei protagonisti e i loro motivi corrispondessero a
quelli dei personaggi reali. Ma proprio in questo punto il film è lontano
mille miglia dalla realtà.
La famiglia di Elisabetta:
La famiglia di Elisabetta (nel film): tutti si amano, tutti sono
felici. Ma la realtà era ben diversa.
La famiglia del film è un vero idillio. Il film inizia con un pranzo di
famiglia che sprigiona armonia e allegria da tutte le parti. I genitori
si amano incondizionatamente e difendono orgogliosamente il loro amore e il loro stile
di vita poco aristocratico anche di fronte agli sguardi
critici della corte di Vienna poco entusiasta dalla parentela
bavarese.
Se non ci fossero i loro nomi non si penserebbe mai alla famiglia del
duca Max di Baviera e della duchessa Ludovica, cioè i genitori di Elisabetta.
Il loro matrimonio era uno dei matrimoni combinati tipici per le case
aristocratiche dell'epoca. Furono costretti a sposarsi, perché entrambi
amavano altre persone. Max disse apertamente alla futura moglie Ludovica che non l'amava e che l'avrebbe sposata solo per
rispetto nei confronti della famiglia.
Il loro matrimonio fu infelice fin dal primo giorno e Ludovica stessa
raccontò ai figli di aver passato il primo anniversario del matrimonio
piangendo, dalla mattina alla sera. Più di una volta Elisabetta sentì
dalla bocca della madre la frase amara: "Quando si è sposati, ci si
sente abbandonati". Una frase che Elisabetta avrebbe ripetuto già poco
dopo il suo matrimonio.
Il padre amava i propri figli, Elisabetta lo ha confermato spesso, ma forse
ancora di più amava i suoi numerosi figli illegittimi. Una delle regole che
Max impose alla moglie era che a mezzogiorno egli non mangiava mai con il resto
della famiglia, si faceva portare il pranzo nelle sue camere private per
consumarlo insieme alle due figlie illegittime.
Francesco Giuseppe, il buon imperatore:
Una delle scene chiavi del primo film è quella in cui chiedono al giovane
imperatore di firmare un'ordinanza che prevede l'esecuzione immediata di
8 ribelli di Praga condannati a morte. Nel film Francesco Giuseppe si
rifiuta di firmare chiedendo tempo: "Alla fine si tratta della vita di
otto giovani!". Una considerazione senz'altro nobile che deve rendere il
giovane imperatore simpatico allo spettatore e degno di avere una
moglie dolce come Elisabetta. In realtà Francesco non ha mai esitato a
firmare ordinanze come questa, anche perché così si sarebbe messo in
contrasto con la madre, cosa che ha sempre cercato di evitare a tutti i
costi.
L'incontro dei due a Bad Ischl:
A Bad Ischl Ludovica e Sofia, le due madri dei futuri
sposi, avevano programmato l'incontro tra Francesco Giuseppe e Elena, la
sorella maggiore di Elisabetta (più colta, più matura e secondo tutti
anche più bella), e il loro fidanzamento. E perché ci va anche
Elisabetta?
Nel film fu la decisione astuta di Ludovica che
così voleva dare al viaggio a Bad Ischl un'immagine più
"innocente", meno interessata e finalizzata. La realtà fu ben diversa:
Elisabetta, in quel momento, era disperata e piangeva per la perdita del
suo primo grande amore, un giovane conte ritenuto indegno e mandato via dalla
famiglia di Elisabetta. Disgraziatamente il giovane, poco dopo, morì per una malattia.
Di conseguenza Elisabetta era
caduta in una profonda depressione e, facendola partecipare al
viaggio, la madre voleva tirarla su di morale, farla uscire dalla malinconia.
Mentre nel film gioca, ride e scherza, in realtà stava per ore rinchiusa
nella sua stanza, piangeva e scriveva poesie malinconiche (che sono
conservate fino ad oggi).
Quello che racconta il film adesso, cioè il primo casuale incontro tra
Elisabetta e Francesco Giuseppe e addirittura un loro primo appuntamento
segreto durante il quale la giovane Elisabetta, non sapendo chi ha davanti,
incanta il giovane imperatore, è inventato di sana pianta. Nella sua
ingenuità Elisabetta non capì nemmeno cosa stava succedendo quando Francesco,
durante la festa ufficiale, le consegnò le rose rosse del fidanzamento. La
decisione di Francesco Giuseppe per lei (e non per Elena) le piombò adosso
con la forza di un uragano.
Francesco sceglie Elisabetta.
Elena (a sinistra) rimane di stucco
mentre Elisabetta (a destra) non capisce niente.
Quando finalmente cominciò a realizzare quale sarebbe stato il suo destino
rimase scombussolata per parecchie settimane, tra la felicità e i cupi
presentimenti di quello che dopo sarebbe puntualmente successo. Anche il
tremendo senso di colpa che Elisabetta avrebbe avuto nei confronti di sua
sorella è una bella invenzione, utile per un drammatico film d'amore, ma
senza riscontro nella realtà. Elena fu, fin dall'inizio, quella che diede il
conforto maggiore a Elisabetta, che era invece terribilmente scossa da
contrastanti emozioni legate alle incertezze del futuro.
Il matrimonio di Elisabetta e Francesco:
Il film chiude in bellezza, con un
matrimonio sontuoso e una Elisabetta raggiante di felicità e visibilmente
innamorata. Il matrimonio fu sì sontuoso, la monarchia non aveva badato
a spese per renderlo una festa grandiosa per tutto il paese e
l'entusiasmo del popolo per la nuova giovanissima regina di 15
anni (Francesco Giuseppe ne aveva 23) era veramente sentito.
Ma la Elisabetta della realtà non era certo
quella del film. In realtà i dubbi di Elisabetta e la sua paura della corte
di Vienna si erano, nel frattempo, molto concretizzate e addensate.
Quando arrivò a Vienna Elisabetta era esausta, il suo stato era peggiorato di
giorno in giorno. Quando la sua carrozza vetrata attraversò Vienna tutti
potevano osservare una Elisabetta che singhiozzava e piangeva - e non certo per
amore - accanto a una madre pallida e nervosa.
La Sissi del film quando entra a Vienna
Ma lo splendore delle festività coprì tutto, anche se
alcuni osservatori più attenti notarono, sotto la superficie splendente del matrimonio,
"segni premonitori cupi, molto cupi" (così il Barone Kübeck).
In che tipo di corte si era inserita Elisabetta lo capì subito. Il giorno dopo il
matrimonio iniziò, subito dopo la prima colazione, con una specie di
interrogatorio su quello che era successo la prima notte, cioè niente. E un'ora dopo lo sapeva tutta la corte. La stessa procedura il secondo giorno.
Solo il terzo giorno la corte venne a sapere della felice notizia, una
umiliazione che Elisabetta raccontò amareggiata ancora anni dopo ai suoi figli.
Ma di tutto questo il film tace. Elisabetta doveva sorridere, il film non poteva
finire con una nota così stonata.