Due ritratti di Francesco Giuseppe: a sinistra: nel 1851 (a 21 anni), a destra: nel 1910 (a 80 anni)
Due ritratti di Francesco Giuseppe: in alto: nel 1851 (a 21 anni), in basso: nel 1910 (a 80 anni)
1848 - Francesco Giuseppe diventa imperatore, a 18 anni:
Francesco Giuseppe (nome tedesco: Franz Josef) nacque il
18 agosto 1830 nel
castello di Schönbrunn a Vienna. Già all'età di 5 anni fu designato come
futuro imperatore dell'Austria, pur non essendo il primo in linea di
successione. L'imperatore Ferdinando I, salito al trono nel 1835, era debole
e rivelò crescenti sintomi di essere malato di mente. Suo fratello
Francesco Carlo (padre di Francesco Giuseppe) che sarebbe succeduto al trono
rinunciò in anticipo al trono a favore di suo figlio. Il piccolo Francesco
ricevette, di conseguenza,
fin dall'inizio una rigidissima educazione, com'era previsto dalle
regole della corte per chi doveva succedere al trono degli Asburgo.
Il 1848 fu un anno di rivoluzioni in tutta l'Europa e anche nei centri
dell'impero asburgico, in Boemia, in Ungheria e a Vienna il popolo si
rivoltò contro la monarchia chiedendo riforme, una costituzione democratica
e la fine della censura.
Per i crescenti disordini popolari a Vienna, il cancelliere
Klemens von Metternich,
simbolo del periodo della restaurazione, odiato per la sua politica di
repressione contro i movimenti che chiedevano più democrazia, fuggì in Inghilterra e poco
dopo anche l'imperatore Ferdinando fu costretto a ritirarsi a Innsbruck.
Alla fine del 1848 abdicò definitivamente (già prima aveva lasciato la
gestione degli affari di stato a un gruppo di consiglieri) e di conseguenza
Francesco Giuseppe divenne, come deciso dalla famiglia, il nuovo imperatore,
a soli 18 anni.
La Hofburg, la residenza imperiale nel centro di Vienna
foto: Peter Gerstbach
Francesco Giuseppe sul trono:
L'imperatore Francesco Giuseppe regnò per sessantotto anni. All'inizio si
comportò come
monarca assoluto ultra-conservatore che disprezzava i moti democratici del
1848 e che si vantava di "aver gettato a mare la paccottiglia
costituzionale". Con gli anni diventò più tollerante e liberale, fino ad
accettare alcuni elementi della democrazia parlamentare - ma più per
rassegnazione che per convinzione. Per tutta la vita fu convinto di
essere un monarca legittimato da Dio e i valori tradizionali della
monarchia furono sempre le linee guida della sua vita e del suo agire come
imperatore.
Si alzava presto alla mattina, lavorando sodo e sempre conscio del suo ruolo
e dei suoi doveri. Rappresentava la versione austriaca del motto "Il re è il
primo servitore dello stato", stabilito da Federico il Grande, re della
Prussia.
Fu un burocrate modello, interessato anche ai dettagli più insignificanti
degli affari di stato, ma con poca sensibilità per i grandi problemi
dell'epoca. Delle questioni economiche, sempre più importanti nella seconda
metà dell'800, non capì nulla, non fu né un grande stratega militare, né un
abile diplomatico. Il suo governare consisté, per decenni,
sostanzialmente nel rimandare, nel cedere, nel rassegnarsi.
Ma tutti
sapevano che era un uomo modesto e parsimonioso che viveva spartanamente, non
concedendosi nessun lusso privato. E su queste virtù si basava la sua
popolarità, specialmente in età avanzata. L'unico piacere privato che si
concedeva era la caccia, la sua grande passione - e qualche amante. Ma di
questo parleremo più avanti.
Durante il suo regno avenne il
passaggio dalla monarchia assoluta alla monarchia costituzionale con una
crescente influenza della borghesia liberale vista con
diffidenza dall'aristocrazia. Ma Francesco Giuseppe, un po' alla volta,
cedette alle loro pretese e permise così, pur rimanendo sempre un convinto
conservatore, la trasformazione dell'Austria in uno stato più moderno. Inizialmente ristabilì
la posizione dominante della chiesa cattolica in molti ambiti dello stato,
abolendo praticamente tutte le leggi con cui i suoi predecessori avevano
cercato di limitare l'influenza delle gerarchie ecclesiastiche, ma nella
seconda metà del suo regno si convertì a una maggiore tolleranza religiosa e
culturale che contribuì molto a far diventare Vienna uno dei centri culturali più
vivaci dell'Europa.
I quasi settant'anni del suo regno furono caratterizzati soprattutto dai
problemi creati dal sempre più fragile equilibrio tra le molte nazionalità che
vivevano all'interno del grande impero e che sopportavano sempre meno di
essere governate dalla lontana Vienna. Con l'Ungheria,
la componente non-tedesca più forte dell'impero, si riuscì ad arrivare a un compromesso,
cedendo a quasi tutte le loro richieste di autonomia. Ma questo scontentò
molti nella la Boemia, il terzo componente importante dell'impero. Le
popolazioni dei balcani erano forse i più accaniti a rivendicare
l'indipendenza. E alla fine sarebbero
stati proprio i nazionalismi crescenti a far implodere
l'impero.
Francesco Giuseppe e le altre potenze d'Europa:
Nella politica estera Francesco Giuseppe collezionò un disastro dopo
l'altro, dovuto in gran parte alla sua caratteristica di limitarsi
sostanzialmente a reagire e raramente ad agire. La sua fissazione sui valori
tradizionali, in particolare sul valore
assoluto dell'onore lo rese incapace alla diplomazia che nell'800 richiedeva
una crescente flessibilità. I suoi avversari erano semplicemente più furbi
e meno prevedibili di lui e dei suoi consiglieri. Perse le province dell'Italia meridionale e
nel rapporto con la Prussia incassò solo sconfitte amare, non solo
diplomatiche, ma anche militari (vedi l'apposito paragrafo in basso).
Francesco ed Elisabetta:
Quando Francesco ed Elisabetta di Baviera
si sposarono (nel 1854) lui aveva 24
anni, lei 15. Fu un matrimonio combinato - come lo erano all'epoca quasi
tutti i matrimoni delle case reali in Europa - e per Elisabetta questo
matrimonio si rivelò fin dall'inizio un incubo.
Francesco amava la moglie, ma non sapeva niente di lei e non la capiva, fu
totalmente estraneo al mondo in cui lei viveva. I due avevano dei
caratteri e degli interessi diametralmente opposti. Elisabetta che aveva
trascorso un'infanzia spensierata e felice non sopportò il soffocante protocollo
di corte di Vienna.
Francesco Giuseppe non vide le sofferenze della moglie, era completamente assorbito
dagli affari di stato e persino nella loro luna di miele fu molto spesso
assente.
Francesco Giuseppe ed Elisabetta di Baviera (detta Sissi),
dipinti in occasione del loro matrimonio nel 1854.
Lui aveva 24 anni, lei 15.
Infatti, il loro matrimonio entrò presto in crisi. Francesco
Giuseppe, stanco delle eterne liti tra madre e moglie e della crescente
chiusura di Elisabetta nei suoi confronti, cominciò a cercare consolazione
da altre parti. Alla corte le avventure galanti degli imperatori erano
sempre state tacitamente tollerate e visto che la corte non aveva mai
amato Elisabetta, le simpatie erano tutte dalla parte di Francesco. Dopo anni di esperienze dolorose,
Elisabetta imparò finalmente ad imporsi contro la
corte, contro la suocera e anche contro il marito. A un certo punto Francesco Giuseppe
cominciò a temerla per le sue stravaganze che scioccavano l'aristocrazia
viennese e che rischiavano di offuscare anche la sua immagine di imperatore
e marito. La amava, ma la temeva anche per i suoi lunghi viaggi che in
realtà erano delle fughe dalla corte e che Elisabetta usava anche come veri
e propri ricatti contro di lui.
Per essere più libera dal marito e allo stesso tempo per attenuare i sensi
di colpa per il fatto di trascurarlo Elisabetta gli aveva persino procurato un'amante,
Katarina Schratt. La signorina Schratt, attrice del teatro di corte, che aveva un
carattere molto diverso di Elisabetta accettava volentieri
questo ruolo (tra l'altro molto ben retribuito) e fu amica e amante di Francesco Giuseppe per molti decenni,
anche dopo la morte di Elisabetta nel 1898.
L'antagonismo tra l'Austria e la Prussia:
Nel '700 la Prussia era un "nuovo arrivato" tra le grandi potenze
dell'Europa, ancora relativamente piccola, ma con grandi ambizioni e con una
notevole aggressività che si rivolse soprattutto contro la vicina Austria.
Gli antagonisti erano, all'epoca, l'imperatrice austriaca
Maria Teresa e Federico II, re della Prussia e la loro rivalità si scaricò in varie guerre
piuttosto dure e sanguinose.
Nella seconda metà dell'800, sotto il regno di Francesco Giuseppe, la
rivalità tra le due potenze si riaccese. In Germania era nato un forte
movimento per l'unità nazionale e la Prussia cercò con tutti i mezzi di
escludere l'Austria da una ipotetica futura Germania unita e di attirare gli
altri stati tedeschi sotto la sua influenza. Ora la Prussia era diventata
molto più forte e soprattutto sotto il cancelliere Bismarck agì con grande
spregiudicatezza e sfacciataggine provocando - e vincendo - un'altra guerra
contro l'Austria di Francesco Giuseppe che, oltre alle noie con la Prussia,
aveva molti altri problemi spinosi da risolvere, soprattutto in
Italia e nei
Balcani e che, in realtà, non aveva nessuna voglia di sfidare
continuamente il vicino prussiano, così bellicoso.
Otto von Bismarck, cancelliere della
Prussia: il grande antagonista di Federico Giuseppe
Alla fine la Prussia riuscì a tirare dalla sua parte gli
altri stati tedeschi per costituire, nel 1871, lo stato unitario "Germania",
escludendo l'Austria.
Ma Bismarck, al contrario di Francesco Giuseppe, fu anche un abile
diplomatico che, tra il 1871 e il 1890, costruì un sistema di alleanze
europee che incluse l'Austria e che la fece diventare un alleato di ferro
della Germania. Non proprio un alleato allo stesso livello: la
Germania, sotto la guida della Prussia, era uno stato giovane con un forte
sviluppo industriale, che fece di tutto per inserirsi anche nella
spartizione coloniale dell'Africa e dell'Asia. D'altro canto, l'Austria
era uno stato vecchio e anche un po' stanco perché continuamente occupato a
difendere - con risultati peraltro scarsi - la sua integrità territoriale
contro i nazionalismi in Italia e nei Balcani. E in più di un'occasione il cancelliere Bismarck e gli imperatori
tedeschi Guglielmo I e Guglielmo II fecero capire a Francesco Giuseppe chi,
secondo loro, era il partner forte di quest'alleanza.
La prima guerra mondiale e la morte di Francesco Giuseppe:
Una leggenda molto diffusa dice gli stati europei siano stati
"trascinati" in questa guerra, senza realmente volerla. Niente di più sbagliato: le preparazioni a questa guerra, sia quelle materiali - una folle
corsa agli armamenti - sia quelle psicologiche - il bombardamento di odio
nazionalistico contro altri stati e popoli attraverso gran parte della
stampa - andarono avanti per anni, in tutti i paesi che vi avrebbero
partecipato. Anche in Austria.
Francesco Giuseppe invece era contrario alla
guerra: dopo la rovinosa sconfitta inflitta all'Austria a Königgrätz, nel
1866, da parte della Prussia, l'imperatore aveva cercato di evitare delle nuove guerre (non sempre con successo). Ma nel
1914 il vero potere decisionale non
era più dalla parte del monarca, tra l'altro ormai vecchio (aveva 84 anni) e
un po' stanco.
I suoi ministri, i militari, gli industriali e gran parte della società civile volevano
la guerra e si aspettava solo il momento e il pretesto giusto per poterla
scatenare.
Sarajevo, il 28 giugno 1914: l'arciduca Francesco
Ferdinando e la moglie Sofia
vengono uccisi da un attentatore serbo.
Disegno (pubblicato in un giornale austriaco): Autore sconosciuto
Il momento giusto arrivò con l'uccisione dell'arciduca Francesco Ferdinando,
l'erede al trono degli Asburgo, da parte di un attentatore serbo. Il governo
austriaco mandò un ultimatum alla Serbia che questa accettò, con un'unica
piccola eccezione. Bastò per fornire il pretesto per la dichiarazione di guerra
alla Serbia che, per il
fitto sistema di alleanze in Europa, coinvolse presto quasi l'intero continente.
La guerra andò malissimo per l'Austria, fin dall'inizio, e l'entusiasmo per
la guerra di gran parte della popolazione svanì molto presto. Dopo due anni,
Francesco Giuseppe disse al suo aiutante di campo: " Le cose ci vanno male,
molto peggio di quanto pensiamo. La prossima primavera la farò
senz'altro finita con la guerra". Ma non ci arrivò più. Il
21 novembre 1916 morì
per una debolezza cardiaca in seguito a una polmonite.
Da gran parte della popolazione la morte di Francesco Giuseppe fu percepita
come primo atto della fine della monarchia e dell'impero austro-ungarico che
arrivò definitivamente due anni dopo. Come nessun altro imperatore Francesco
Giuseppe aveva impersonificato la monarchia asburgica, nel bene e nel male.