Maria Teresa (1717-1780), qui all'età di 10 anni,
ritratto di Andreas Möller.
Kunsthistorisches Museum, Wien, fonte: Wikimedia Commons
Una donna come imperatrice?
Nel '700, il compito più importante della moglie di un imperatore, di un re,
di un qualsiasi appartenente della classe aristocratica regnante in Europa
era generare almeno un figlio maschio, per garantire la continuità dinastica. Se il matrimonio rimaneva senza figli, se
nascevano solo figlie femmine e se non c'erano fratelli o altri eredi maschi, la situazione politica poteva diventare molto
critica: il vuoto di potere dopo la morte dell'ultimo regnante maschio richiamava
sulla scena subito tutti i possibili pretendenti, che, a causa dei numerosi
matrimoni tra le monarchie dell'Europa dell'epoca, potevano essere parecchi. E più di una volta una situazione
del genere fu motivo scatenante di una guerra che poteva protrarsi anche per
molti anni.
Per scongiurare una crisi di questo tipo Carlo VI, appartenente alla casa
degli Asburgo e imperatore del Sacro Romano Impero,
elaborò - e fece approvare dalle altre monachie europee - la cosiddetta
Prammatica Sanzione (1713)
che, in mancanza di un erede maschio, dava il diritto di successione al
trono anche alla prima figlia femmina dell'imperatore. E così, nel 1737 Maria Teresa
d'Asburgo, all'età di 23 anni, ereditò la corona d'Austria e divenne
l'arciduchessa regnante, un fatto assolutamente inedito, per molti anche
scandaloso e
inaccettabile.
Maria Teresa all'età di 42 anni (1759),
ritratto di Martin van Meytens
Kunsthistorisches Museum, Wien
fonte: Wikimedia Commons
Maria Teresa e gli altri poteri dell'Europa:
Anche se gli altri monarchi avevano dato, nel 1713, il loro consenso alla
"Prammatica Sanzione", nel 1740 sembrava che non se ne ricordasse più nessuno. La
Prussia, all'epoca la più piccola, ma forse la più aggressiva tra i poteri
dell'Europa, colse subito l'occasione e aggredì l'Austria, occupando la
Slesia, una delle provincie più ricche dell'impero degli Asburgo. La Prussia
non aveva la minima giustificazione per questo azzardato intervento
militare, ma l'Austria, con la sua giovanissima e inesperta regnante che
molti ritenevano incapace di governare, sembrava un avversario debole. Le
altre monarchie dell'Europa non si scandalizzarono più di tanto di questo
attacco della Prussia, anzi, invece di correre in aiuto all'Austria, la
Francia, la Baviera e la
Sassonia si allearono con l'aggressore, nella
speranza di poter partecipare allo smembramento dell'Austria.
Con l'aiuto dell'Ungheria Maria Teresa riuscì a respingere gli attacchi, ma
la Slesia, nonostante vari tentativi di riconquistarla e nonostante il fatto
che dopo il 1757 la Francia rovesciò l'alleanza mettendosi con la Russia e
l'Austria contro la Prussia, rimase persa.
La Prussia che prima dell'ascesa al trono di Maria Teresa era ancora una
monarchia di secondaria importanza in Europa, era diventata l'avversario più temuto
dell'Austria. Le battaglie tra i due stati, sanguinosissime per entrambi
(solo l'Austria perse più di 300.000 soldati),
non avevano fatto altro che confermare questo fatto. Nel 1763, alla fine
della guerra dei sette anni,
Maria Teresa giurò di non farsi mai più trascinare in una guerra del genere.
"Non scordatelo mai, meglio una pace mediocre che una guerra fortunata"
scrisse a Giuseppe, suo figlio primogenito. E nelle sue note private annotò come il suo peccato più grande "di aver fatto la guerra
per orgoglio".
Le riforme di Maria Teresa:
Il lungo periodo di pace che seguì era proprio quello che ci voleva per il paese
perché l'economia e le finanze erano disastrate per le ingenti spese di guerra. Maria Teresa si
rendeva perfettamente conto che il paese aveva un urgente bisogno di riforme
strutturali. Dalla Francia si sentivano le influenze dell'illuminismo
minacciose per le monarchie assolutistiche dell'Europa. Maria Teresa aveva
capito che un motivo importante della forza del nemico numero uno, la
Prussia, consisteva in una serie di riforme che avevano trasformato questo
paese in quello più moderno dell'Europa. La Prussia non era solo un paese
altamente militarizzato (girava la battuta: "Altri stati si tengono un
esercito, in Prussia è l'esercito che si tiene uno stato"), ma anche un
paese molto moderno per l'epoca, per quanto riguarda l'amministrazione
pubblica, l'organizzazione dell'economia e delle finanze, dello stato e per il
sistema scolastico.
Maria Teresa introdusse numerose riforme per modernizzare l'Austria,
cominciando dall'abolizione di molte regole del rigido tradizionalismo di
corte. Prima di salire al trono non aveva ricevuto nessuna educazione
specifica per prepararla al difficile compito di governare un paese come
l'Austria, e forse è stato proprio questo la sua fortuna - e quella
dell'Austria - perché riuscì ad affrontare molte questioni politiche ed
economiche con un sano buonsenso umano, al di là dei meccanismi
tradizionali. Il fatto che anche nel difficile
campo dell'economia aveva capito più di molti suoi colleghi monarchi in
altre capitali dell'Europa si capisce p.e. da una lettera che Maria Teresa
scrisse, all'età di 26 anni, al suo cancelliere, il conte Urfeld: "Più ci
penso, più mi sembra chiaro che in nessun luogo, nei domini, il commercio e
l'industria hanno le cure necessarie; e tuttavia essi sono l'unico mezzo per
creare benessere al paese e attirare denaro straniero". E così, dazi
interni e pedaggi privati, dannosi al traffico commerciale, furono aboliti.
Dopo una riforma finanziaria che mise l'Austria per la prima volta su una
base economicamente consolidata introdusse anche una riforma amministrativa
e una giudiziaria non fermandosi nemmeno davanti a consolidati privilegi
tradizionali. Contro molte resistenze abolì la tortura. Per quanto riguarda
la riforma scolastica c'era un problema: non c'era nessuno in Austria che
aveva le competenze e l'esperienza necessarie per idearla e per applicarla.
Fino ad allora l'istruzione era in mano alla chiesa, che si oppose alla riforma
per non perdere il monopolio educacativo. Anche i proprietari terrieri
dell'Austria pensavano che troppa istruzione fosse superflua, anzi
pericolosa per i contadini ed erano contrari. Ma Maria Teresa capì che
l'obbligo scolastico e una scuola
pubblica erano di primaria importanza per uno stato moderno. A questo punto Maria Teresa
fece una cosa sorprendente: chiese alla Prussia, il nemico numero uno, di
dare in prestito all'Austria Ignaz von Felbiger, uno specialista del sistema
scolastico moderno, un monaco Agostino di mentalità aperta. La Prussia
acconsentì e così entrò in vigore, nel 1774, il primo "Regolamento
scolastico generale per l'Austria".
La famiglia imperiale nel 1756, con 12 figli, quadro di Martin van Meytens.
fonte: Wikimedia Commons
I limiti di Maria Teresa:
Maria Teresa non era affatto una rivoluzionaria, anzi, era
molto
conservatrice. Ma sapeva che, affinché gli Asburgo potessero rimanere al
potere, molte cose in Austria dovevano cambiare.
Non capiva le idee dell'illuminismo, la
corrente filosofico-politica che si stava diffondendo rapidamente in tutta l'Europa e
che trovò molti seguaci anche a Vienna.
Se la sua riforma scolastica fu un grande passo in avanti, la
riforma
dell'università invece ne fu uno altrettanto grande all'indietro: la libertà
di insegnamento fu drasticamente limitata. Lo stato aveva bisogno di
amministratori, non di scienziati, e i pensatori liberi furono guardati con
sospetto. Solo la facoltà di medicina, meno soggetta alla censura, riuscì a
conquistare fama internazionale.
È vero che Maria Teresa abolì molte regole del rigido tradizionalismo di
corte. Distinse tra il cerimoniale di stato e la vita privata: il primo
rimase la sfera del dovere e della massima magnificenza possibile, l'altra
doveva essere soprattutto piacevole. Ma qui si può notare una grande
contraddizione: mentre lei ebbe la fortuna, per l'epoca molto rara, di poter
sposare l'uomo che amava, le figlie avevano innanzitutto una funzione:
formare e garantire, attraverso matrimoni politici ben programmati, i
rapporti diplomatici degli Asburgo con le altre monarchie d'Europa. I suoi
16 figli, di cui sopravvissero 12 (4 maschi e 8 femmine), furono quasi tutti
piazzati in posti strategicamente importanti per la politica dell'Austria.
L'amore e la felicità erano, semmai, risultati casuali.
Anche nella politica estera l'Austria di Maria Teresa non si distinse molto
dalle altre monarchie in Europa. Gli accaniti e vani tentativi di
riconquistare la Slesia dalla Prussia, una regione protestante con cui
l'Austria cattolica in realtà aveva poco in comune e che è stata conquistata
dagli Asburgo, nel 1526, tramite le solite mosse dinastiche sulla scacchiera
della diplomazia, costarono all'Austria più di 300.000 morti - una
carneficina inutile che Maria Teresa riconobbe con dolore solo alla fine. Ma
in un'altra occasione anche l'Austria dimostrò la stessa potenza brutale dei
suoi concorrenti. Nel 1772, Federico II della Prussia propose la
spartizione
della
Polonia tra Austria, Russia e Prussia, esclusivamente motivata dalla
debolezza politica e militare della Polonia che ne fece una preda facile.
Maria Teresa non era d'accordo, ma mentre in altre occasioni impose la sua
volontà con una forza che molti, non solo in Austria, ammirarono, alla fine
cedette ai suoi consiglieri e acconsentì ad una azione politico-diplomatica
che è tra le più deplorevoli dell'epoca.
Maria Teresa morì nel 1780, a
63 anni, dopo 40 anni di regno, di cui gli
ultimi 15 anni insieme al suo primo figlio maschio, Giuseppe II. Fu l'unica
donna sul trono asburgico e fu sicuramente tra i migliori regnanti dell'Austria,
pur con tutti i limiti dovuti soprattutto alla mentalità conservatrice
dell'assolutismo predominante in quell'epoca.