Hitler arriva a Vienna, due giorni dopo l'invasione
dell'esercito
nazista.
L'entusiasmo della popolazione per l'annessione era vera e sentita, almeno
inizialmente.
foto: Bundesarchiv
L'Austria dopo l'annessione alla Germania nazista:
L'invasione dell'Austria da parte delle truppe di Hitler, il 12 marzo 1938,
fu accolta con grande entusiasmo, in tutte le parti dell'Austria. Nel
plebiscito indetto sia in Germania, che in Austria che doveva sanzionare
questa annessione (chiamata "Anschluss"), stravinse il "sì": in Germania con
il 99,60%, in Austria con il 99,71% dei voti. Anche se le modalità di questa
votazione violarono i concetti più basilari di democrazia e legalità è pur
vero che l'entusiasmo degli austriaci era autentico.
Ma l'entusiasmo degli austriaci svanì presto. In breve tempo i nazisti
tedeschi trasformarono l'Austria in una provincia subordinata della
Germania cancellando tutte le caratteristiche particolari dell'Austria. Gli
austriaci dovevano diventare tedeschi, che lo volessero o no. Prima
l'Austria fu chiamata "Ostmark" (Territorio dell'est), poi "Circoscrizione
delle Alpi e del Danubio". Il nome tradizionale "Österreich" (Austria) fu
ufficialmente abolito dietro minaccia di sanzioni.
Nella sua Storia dell'Austria" Stephan Vajda scrive: "La prassi quotidiana del
nazionalsocialismo si abbatté sull'Austria in tutta la sua cruda rozzezza.
Il regime di Hitler, visto da vicino, non si rivelò né ricco di beni
materiali o spirituali, né progressista e promettente. Il duro ordine
militare tedesco era esattamente l'opposto della mentalità austriaca che per
giunta veniva apertamente derisa dai superuomini germanici."
Già nel suo libro programmatico "Mein Kampf" del 1925
Hitler aveva espresso la sua intenzione di unire, prima o poi, l'Austria
alla "madrepatria tedesca", per la vicinanza culturale e linguistica.
Il vero motivo dell'annessione nel 1938 era però che
Hitler aveva bisogno degli austriaci per la sua guerra che iniziò appena un
anno dopo l'annessione dell'Austria.
Giuramento delle reclute austriache a Adolf Hitler,
nell'Heldenplatz a Vienna
foto:
Bundesarchiv
Infatti, una delle prima cose che fecero i nuovi padroni dell'Austria fu
l'integrazione delle forze armate austriache nell'esercito tedesco,
completata già entro il 29 marzo - ancora prima del plebiscito. Ufficiali e
soldati che si rifiutarono di prestare giuramento a Hitler, furono
licenziati dall'esercito e spesso subirono anche delle pesanti persecuzioni;
lo stesso successe con i soldati e gli ufficiali ebrei. Tra gli
alti ranghi della gerarchia militare gli austriaci erano
rappresentati, in confronto ai tedeschi, in un rapporto di 1 a 10 che
corrispondeva più o meno al rapporto tra le due popolazioni.
Complessivamente erano ca. 1,2 milioni gli austriaci arruolati nelle forze
armate della Germania che fin dall'inizio combatterono su quasi tutti i
fronti. Nei territori occupati i soldati austriaci si distinguevano spesso
da quelli tedeschi per una maggiore umanità e indulgenza verso la
popolazione che certamente non sfuggì ai generali tedeschi e che fece
aumentare, anche tra i soldati semplici, la convinzione che gli austriaci
fossero dei soldati di serie B.
Dopo i primi successi militari di Hitler nel 1939/1940 molti in Austria
speravano che la guerra finisse presto, ma soprattutto dall'attacco
all'Unione Sovietica nel 1941 e ancora di più dopo la disfatta tedesca a
Stalingrado nel febbraio 1943 lo scetticismo aumentò. Oltre agli annunci dei
soldati caduti che si leggevano sempre più spesso sui giornali, oltre ai
generi alimentari rigidamente razionati, la popolazione austriaca presto
percepì la guerra in modo molto più diretto: a partire dall'estate del 1943
iniziarono i bombardamenti anche nelle città austriache, inizialmente
soprattutto contro obbiettivi militari, ma poi sempre più spesso anche
contro i centri abitati.
L"Arsenal" di Vienna, dove si trovava una fabbrica per
riparare i carri armati tedeschi,
dopo i bombardamenti del 1944. Oggi questi edifici sono stati ricostruiti e
ospitano il museo dell'esercito austriaco.
foto:
Heeresgeschichtliches Museum
Le truppe sovietiche furono le prime (il 29 marzo 1945) a raggiungere i
confini dell'Austria. La resistenza tedesca/austriaca era ormai indebolita e
già dopo una settimana i soldati sovietici arrivarono a Vienna. A questo punto scoppiò
una violentissima battaglia che durò una settimana e che costò la vita a ca.
19.000 soldati tedeschi e austriaci e a 18.000 soldati sovietici. Alla fine
dell'aprile 1945 anche gli americani, arrivando da nord-ovest, raggiunsero
le prime città austriache, gli inglesi entrarono invece dal sud, dalla
Carinzia e la Stiria. Allora, la stragrande maggioranza degli austriaci spalancò le porte
alle truppe alleate. Il gerarca nazista Goebbels era furioso: "I sobborghi viennesi hanno
innalzato in gran parte la bandiera rossa a favore dell'Armata rossa [...] Il
Führer ha già imparato a conoscere i viennesi. Sono gentaglia ripugnante,
composta da una mescolanza di Polacchi, Cèchi, Ebrei e Tedeschi." Solo
il 9 maggio, dopo il suicidio di Hitler e la successiva capitolazione
incondizionata delle forze armate tedesche la guerra era finita anche per
gli austriaci.
Il bilancio della guerra e dei 7 anni di occupazione nazista:
soldati austriaci morti in guerra: ca. 250.000, tra cuica. 100.0000dispersi
morti civili (nei combattimenti o per i bombardamenti):
ca. 35.000
soldati feriti gravemente:ca. 114.000
civili feriti gravemente: ca. 57.000
ebrei di nazionalità austriaca uccisi:
ca. 65.000
altre persone uccise nei campi di concentramento o appartenenti alle
resistenza condannati a morte: ca. 19.000
Le conseguenze della guerra per l'Austria:
Già durante la guerra, i ministri degli esteri di USA, Unione Sovietica e
Gran Bretagna, stesero la "Dichiarazione di Mosca" (1943) in cui fu
giudicata illegale l'annessione dell'Austria alla Germania e che espresse
l'intenzione che dopo la guerra l'Austria avrebbe dovuto essere ricostruita
come stato indipendente con i confini che aveva prima dell'annessione. Ma in
questa occasione gli alleati dissero anche un'altra cosa importante:
l'Austria doveva riconoscere la sua responsabilità per la partecipazione
alla guerra accanto alla Germania e che un giudizio finale sul suo ruolo
sarebbe dipeso anche dal contributo che gli austriaci avrebbero dato alla
liberazione dal nazismo.
Nel 1945 l'Austria fu divisa, come la Germania in quattro zone occupate dai
vincitori della guerra: USA, Unione Sovietica, Gran Bretagna e Francia. Solo
10 anni più tardi, nel 1955, venne restituita all'Austria la piena
sovranità, con la condizione che doveva rimanere uno stato neutrale.
Ma le discussioni sulla domanda se gli austriaci sono da considerare più
vittime o più complici della Germania nazista hanno animato ripetutamente
l'opinione pubblica austriaca e non sono ancora terminate.