Wolfgang Amadeus Mozart - era tedesco o austriaco?
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Mozart era austriaco?
La domanda se Wolfgang Amadeus Mozart
era tedesco o austriaco sembra insensata. Infatti, le enciclopedie non hanno dubbi: "Wolfgang Amadeus Mozart, compositore austriaco", così dicono. Ma in realtà non
è così chiaro. Salisburgo, città natale di Mozart, non è mai stato sotto il regno degli Asburgo prima della nascita di Mozart, e non lo sarebbe stato neanche fino a
25 anni dopo la sua morte. Era uno stato indipendente, come la Sassonia, la Prussia, la Baviera e l'Austria; è diventato austriaco solo più tardi, nel 1816. E Mozart non si è mai definito "austriaco", piuttosto si sentiva "tedesco" -
e lo disse varie volte. Ma oggi Salisburgo fa parte dell'Austria, e così
Mozart, almeno oggi, è "austriaco".
"Sei austriaco o tedesco?"
Fino all'800 questa domanda, in realtà, aveva poco senso. La parola "tedesco" fu usata per chi parlava il tedesco - e qui erano naturalmente compresi anche gli austriaci. "Tedesco" si definiva anche colui che si sentiva legato al "Sacro Romano Impero di Nazione Tedesca" (ed
è in questo senso che Mozart si sentiva "tedesco") anche se questo impero avevo un carattere esclusivamente simbolico ed esisteva, a quell'epoca, solo sulla carta.
"La Germania" non esisteva come stato, e anche come entità geografica era un concetto molto vago. Esistevano tanti stati indipendenti, dall'impero austriaco che copriva mezza Europa fino a una miriade di piccolissimi statarelli, tutti autonomi, anche con meno di 20.000 abitanti. La
Prussia era uno stato tedesco? Si e no, perché era composta, nel '700, anche da ampi territori dove non si parlava tedesco e che
si estendevano al di là dei confini del "Sacro Romano Impero di Nazione Tedesca". La stessa cosa si
deve dire del grande impero austriaco in cui quelli che parlavano il tedesco erano addirittura una
piccola minoranza (che comunque governava).
L'imperatice asburgica Maria Teresa, prima di mandare la figlia Maria
Antonietta in Francia (doveva sposare il futuro re della Francia Luigi XVI),
insisteva, che essa, a Parigi, si dovesse "comportare da buona tedesca",
anche questo un indizio del fatto che la differenza tra "tedesco" e
"austriaco" era ancora poco importante all'epoca.
Le popolazionie nei territori che oggi costituiscono la Germania di solito non si definivano "tedeschi", bensì prussiani, frisoni, sassoni, badensi, svevi, bavaresi etc. Anche "Austria" e "essere austriaco" non erano concetti chiari. Nell'impero austriaco del '700 e '800 vivevano quelli che parlavano tedesco,
poi ungheresi, italiani, boemi, dalmati, slovacchi, rumeni, polacchi e molte altre nazionalità ancora. Era più una federazione di popoli che uno stato unitario. Dei due stati "Germania" e "Austria" e dei due popoli "tedeschi" e "austriaci", come li conosciamo oggi, non c'era neanche traccia.
Da Amburgo a Vienna tutti parlavano tedesco - o meglio: parlavano dei dialetti tedeschi che potevano essere anche
incomprensibili tra di loro. La lingua scritta invece, dopo Lutero, era
diventata più o meno omogenea e permise la crescita di una letteratura e cultura molto ricca ed articolata, in cui però non si poteva certo distinguere, almeno fino all'800, tra "cultura tedesca" e "cultura austriaca".
Come e quando nascono le differenze tra "tedeschi e austriaci"?
I due grandi antagonisti del '700: Federico II di Prussia (1712-1786)
eMaria Teresa d'Austria (1717-1780)
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Le radici delle differenze si trovano sicuramente nell'antagonismo politico tra la Prussia e
l'impero asburgico, i due stati che, a partire dal '700 lottarono - anche con varie
guerre dure e sanguinose - per la supremazia nell'Europa centrale e
soprattutto tra gli stati nei quali si parlava tedesco. In questa lotta la
Prussia riuscì alla fine ad avere la meglio, tirando dalla sua parte gli
altri stati tedeschi per costituire, nel 1871, l'Impero
Germanico,
escludendo l'Austria.
La nascita di un patriottismo tedesco:
È stata la lotta comune contro Napoleone che fece nascere, tra chi parlava tedesco, la consapevolezza di essere una Nazione, al di là dei singoli stati. Avere un nemico in comune portò alle prime espressioni di un patriottismo che aveva come punto di riferimento non più la Prussia, la Sassonia e la Renania, ma la Germania, che all'inizio era solo un sogno. Fino ad allora gli stati tedeschi si erano fatti la guerra tra di loro, le potenze straniere coinvolte in queste guerre intestine erano per lo più rafforzi dell'una o dell'altra frazione interna. Napoleone, il nemico comune, fece capire a molti che "tedesco" poteva essere qualcosa in più di una lingua in comune e che "essere tedesco" poteva avere
non solo una dimensione linguistica o culturale, ma anche politica.
Ma è molto significativo che queste prime espressioni di patriottismo tedesco furono, fin dall'inizio, accompagnate da appassionate discussioni sulla questione se l'Austria dovesse far parte di una "Nazione tedesca" o no. Per molti era impensabile escludere da un
futuro stato tedesco una parte così importante del comune patrimonio storico-culturale. Per altri invece non era accettabile che tutti i popoli non-tedeschi dell'impero austriaco facessero parte di una futura nazione tedesca.
Gli unici confini pensabili di questa nuova nazione (esistente fino a metà
dell'ottocento solo nella fantasia dei patrioti) potevano essere quelli
linguistici, cioè quelli che comprendevano i territori dove si parlava
tedesco. La famosa Canzone dei tedeschi
(1841) del poeta prussiano Hoffmann von Fallersleben (vedi sotto), che nel '900 sarebbe diventatainno nazionale della Germania, tracciava proprio questi confini linguistici, all'interno dei quali doveva valere "Deutschland über alles" (la Germania al di sopra di tutti
i piccoli stati preesistenti). Ma è anche significativo che, come
melodia, Fallersleben scelse l'Inno Imperiale
che il compositore austriaco Josef Haydn aveva scritto nel 1797
per l'imperatore austriaco Franz II.
Heinrich Hoffmann von Fallersleben
(1798-1874) Quadro dell'epoca
Peccato solo che i confini linguistici tracciati nella sua canzone non corrispondevano minimamente a dei confini realmente esistenti: tagliavano fuori parti
consistenti della Prussia e dell'Austria e sconfinavano invece in territorio francese e danese - in una parola: confini che nessuno stato esistente dell'epoca, neanche la Prussia o l'Austria voleva accettare.
Ma la questione dell'unità divenne sempre più urgente da risolvere, anche
per liberare lo sviluppo economico in Germania, ostacolato da troppi confini
e dogane interni e troppe leggi diverse.
Come la Prussia risolse il problema:
La Prussia di Bismarck, certamente non guidata dall'idealismo patriottico, risolse i problemi a modo suo: con la guerra.
Tra il 1848 e il 1871 riuscì a isolare l'Austria diplomaticamente e a batterla militarmente,
convincendo allo stesso tempo gli altri stati tedeschi
o con la forza delle minacce, delle promesse o con quella del denaro a diventare prima alleati e poi parti federali del nuovo stato "Germania" - naturalmente sotto il commando della Prussia e senza l'Austria.
Otto von Bismarck (1815-1898)
1871 - lo spartiacque per tedeschi e austriaci:
Con la
costituzione dell'Impero Germanico nel 1871 e con l'esclusione dell'Austria si dividono definitivamente le strade per tedeschi e austriaci. Se prima dell'800 non aveva molto senso
parlare di "tedeschi" e "austriaci", adesso questa distinzione cominciò ad farsi più evidente
e necessaria. Il fatto che durante l'800 in tutta l'Europa le idee nazionali stavano diventando sempre più forti e prepotenti contribuì sicuramente al fatto che i due popoli, ora politicamente divisi, cominciavano a cercare una propria identità nazionale il che comprende sempre anche la segregazione dai popoli vicini. Continua a leggere...
La proclamazione del Reich della Germania, nel 1871: la
sepatrazione definitiva tra Austria e Germania.
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