
Kurt Waldheim (1918-2007)
nel suo ruolo di Segretario Generale delle Nazioni Unite (1971-1981)
foto:
United Nations
La carriera politica e diplomatica di Kurt Waldheim:
Kurt Waldheim nasce il 21 dicembre 1918 a Sankt Andrä-Wördern nella Bassa
Austria. Dopo la maturità ottenuta in un liceo cattolico a
Klosterneuburg si iscrive prima nella Diplomatische
Akademie Wien (un'accademia per la formazione di diplomati) e poi,
nel 1939, all'Università di Vienna dove inizia a studiare
giurisprudenza. Si laurea durante la guerra, nel 1944,
quando si trova a Vienna con un permesso studio di alcuni mesi.
Dopo la guerra diventa prima segretario del Ministro
degli Esteri austriaco, e poi ha incarichi diplomatici a
Parigi, Toronto e New York. Dal
1956 al 1960 è ambasciatore austriaco in Canada
e tra il 1964 fino al 1970 rappresenta l'Austria presso le
Nazioni Unite. Tra il 1968 e il 1970
Waldheim arriva a un'altra importante tappa della sua ascesa politica: diventa
Ministro degli Esteri dell'Austria.
Nel 1971 Waldheim, che non è iscritto a nessun partito, ma
è molto vicino alla ÖVP (partito cristiano-democratico), tenta per la prima
volta di diventare il Presidente dell'Austria, ma viene battuto dal
rappresentante socialdemocratico. Ma nello stesso anno Waldheim
può incoronare la sua inarrestabile carriera quando viene eletto
Segretario Generale delle Nazioni Unite, un incarico che riveste
per 10 anni, fino al 1981. Il più importante risultato di
Waldheim in quel periodo è l'elaborazione e l'approvazione del
Südtirol-Paket (una serie di misure per risolvere lo spinoso
problema dell'Alto-Adige) che successivamente diventa la
base dello statuto di autonomia di questa regione tra cultura tedesca e
italiana.
Dopo questo periodo presso le Nazioni Unite Waldheim si trova all'apice
della popolarità e, nel 1985, viene eletto
Presidente dell'Austria (in Austria il Presidente viene
eletto direttamente dal popolo, anche se le sue funzioni sono per lo più
rappresentative). Ma in quell'anno cominciano anche i suoi guai: comincia
un'accesa e molto controversa discussione sul suo passato durante il periodo
nazista, portato alla luce da numerose ricerche giornalistiche (vedi sotto).
Questa discussione spacca l'Austria in due, in sostenitori e contestatori
del Presidente austriaco, e a livello internazionale Waldheim diventa sempre
più isolato. Dopo il 1992, quando finisce il suo incarico,
Waldheim non assume più nessun ruolo rilevante politico o diplomatico. Muore
il 14 giugno 2007 a Vienna a causa di un
collasso cardiaco.
La discussione controversa sul passato nazista di Kurt Waldheim:
Dopo la fine del suo mandato come
Segretario Generale delle Nazioni Unite Kurt Waldheim scrive un libro su
questa esperienza. Questo libro contiene anche un capitolo autobiografico in
cui i sei anni nell'esercito tedesco vengono però liquidati con poche frasi
molto generiche. Dato che già prima circolavano delle voci su un presunto
coinvolgimento di Waldheim nei crimini di guerra dei nazisti e su una sua
appartenenza alla famigerata SS - poco precise per la verità e non prese sul
serio dall'opinione pubblica - adesso però alcuni giornalisti, provocati
dall'evidente scarsità di informazioni su questo periodo nel libro di
Waldheim, cominciano ad indagare più approfonditamente.
Indagano prima la rivista austriaca Profil, quelle tedesche
Stern e
Spiegel, la New York Times e infine il World Jewish Congress: trovano la
Wehrstammkarte di Kurt Waldheim, una
specie di carta d'identità dell'esercito nazista dalla quale risulta che
Waldheim già prima della guerra faceva parte dell'associazione studentesca
nazista e poi della SS, l'unità paramilitare d'élite del Partito Nazista che
durante la guerra si è distinta per la sua particolare crudeltà. Waldheim
nega tutto e risponde di non sapere come queste informazioni siano finite
in questo documento ufficiale. Durante le ricerche si scopre una foto di una
manifestazione dell'organizzazione studentesca nazista in cui alcuni
compagni dell'università riconoscono senza ombra di dubbio Waldheim, in
uniforme nazista, ma egli nega ancora.

Kurt Waldheim (il secondo da sinistra) a Podgorica in Jugoslavia nel 1943,
insieme a
Artur Phleps (il primo da destra) e altri
due alti ufficiali della Wehrmacht tedesca
foto:
World Jewish Congress
Ma le accuse diventano sempre più pesanti: si scopre che Waldheim, durante
la campagna militare in Jugoslavia fece parte di un'unità dell'esercito
per combattere i partigiani di cui alcuni alti membri, durante i processi di
Norimberga, sono stati condannati per crimini di guerra. La foto di sopra,
scoperta dal "World Jewish Congress" mostra Waldheim insieme a tre alti
ufficiali della Wehrmacht nazista, tutti e tre coinvolti nella Aktion
Schwarz (Azione Nera) che si è resa colpevole di massacri di migliaia di
civili jugoslavi. Vengono alla luce dei rapporti, firmati da Waldheim, che
parlano delle rappresaglie contro la popolazione civile jugoslava e che
analizzano la loro efficacia. Il "World Jewish Congress" che si impegna in
modo particolare nelle ricerche, presenta dei documenti dai quali risulta
che Waldheim ha ricevuto, dal regime fascista croato, alleato dei nazisti,
una medaglia d'onore per il suo ruolo nei combattimenti contro dei partigiani.
Quindi, gli indizi sono pesantissimi, ma manca la prova definitiva che
Walheim era coinvolto attivamente nei crimini di guerra. In alcuni casi ci
sono, per esempio, dei testimoni che giurano che Waldheim, nel marzo 1943,
era presente, come ufficiale, a Saloniki in Grecia, da dove in quel
mese ogni giorno 2.000-2.500 ebrei sono stati deportati nei campi di
concentramento, altri invece, tra cui il diretto superiore di Waldheim,
dicono che in quel mese si trovava ancora a Vienna. Waldheim dice di non
aver saputo niente di queste deportazioni. Qualcuno mente, ma non si sa chi,
i dubbi sono molto forti, mancano le certezze.
Tutta la discussione diventa particolarmente avvelenata perché si avvicina
l'elezione del Presidente della Repubblica, con Waldheim candidato. Diventa
così quasi inevitabile che il dibattito sul suo passato diventi argomento
della campagna elettorale che si fa sempre più aggressiva. Volano gli insulti reciproci e fioccano le
denuncie di diffamazione, da entrambe le parti. Waldheim si difende
soprattutto con questo argomento: "Sono stato costretto ad entrare
nell'esercito nazista e durante la guerra ho solo fatto il mio dovere, come
hanno fatto centinaia di migliaia di altri austriaci", un argomento che alla
fine risulta efficace e convincente per molti austriaci.
E così Kurt Waldheim viene eletto Presidente dell'Austria (con il 53,9% contro il 46,1%
del suo sfidante socialdemocratico), ma le parole profetiche di Israel
Singer del World Jewish Congress purtroppo dovevano rivelarsi vere: "Se
Waldheim non chiarisce completamente le sue attività durante il nazismo
questa discussione perseguiterà gli austriaci per i prossimi 6 anni." Cioè
per tutto il periodo dell'incarico di Waldheim. Ma egli non fornisce
nessuna ulteriore informazione sul suo passato, sono sempre le ricerche dei
giornalisti che scoprono dei nuovi fatti che Waldheim è costretto a
spiegare. Così, le cose peggiorano ulteriormente: quando si viene a sapere
che già nel 1948 il nome di Waldheim era inserito in un registro
dell'esercito americano sui presunti criminali di guerra, anche l'agenzia
americana Office of Special
Investigations comincia ad indagare e porta alla luce nuovi documenti che
fanno capire chiaramente che Waldheim in Jugoslavia doveva essere a
conoscenza di massacri di civili e che li approvava, anche se, per la sua
posizione nella gerarchia militare, non poteva ordinarli personalmente. Ma su una sua partecipazione
diretta e attiva non si trovano nè conferme nè smentite definitive. Waldheim, ormai Presidente
dell'Austria, viene allora inserito in una lista di persone non
gradite negli Stati Uniti. Nei sei anni da Presidente non viene invitato da
nessuno stato occidentale, solo alcuni stati arabi lo accolgono con onore.
L'Israele ritira il suo ambasciatore da Vienna e Waldheim, a livello
internazionale, è sempre più isolato. La sua credibilità scende ogni volta
che vengono portati alla luce nuovi fatti imbarazzanti per lui. Continua a
tacere sul suo passato limitandosi ad affermare di non aver saputo nulla
anche di crimini che sono successi praticamente sotto il suo naso.
Ed è proprio quel tacere e quel cercare di nascondere i fatti del passato
che suscita la crescente indignazione nei suoi confronti. Waldheim risponde: "non voglio annoiare gli austriaci con i dettagli del
mio passato", una
risposta che non fa altro che aumentare i sospetti. Le reazioni pro-Waldheim
in Austria si rivolgono soprattutto contro il World Jewish Congress e contro
il governo di Israele accusati di condurre una campagna di odio contro il
Presidente dell'Austria. Ma c'è un semplice fatto che invalida questa
teoria: Kurt Carstens, presidente del parlamento della Germania e più tardi
Presidente della Germania fu ricevuto dal governo di Israele (nel maggio del
1978), nonostante nella sua biografia ufficiale era scritto che, dal 1940 al
1945, apparteneva al partito di Hitler. Ma a differenza di Waldheim,
Carstens non ha mai cercato di nascondere niente del suo passato.
Nel 1992
Waldheim rinunciò a una seconda candidatura come Presidente.
L'Austria e il periodo del nazismo:
Prima della faccenda di Waldheim l'Austria non si era mai occupata approfonditamente del suo passato sotto il nazismo. Una Entnazifizierung (processi contro i criminali di guerra e l'allontanamento dei nazisti dagli enti pubblici) che in Germania è stata eseguita almeno parzialmente, in Austria non era mai avvenuta. Nell'opinione pubblica dominava la tesi, sostenuta anche da Waldheim, che l'Austria fosse stata vittima del nazismo e, di conseguenza, nessuno si sentiva in dovere di riflettere sulle proprie responsabilità.
Ma la tesi di base di Waldheim che in questo rappresentò, almeno per un certo periodo, sicuramente la maggioranza degli austriaci, cioè che oltre ad essere vittime gli austriaci, durante la guerra, hanno fatto solo il loro dovere non sta in piedi. Perché se uno è vittima non fa tranquillamente - o addirittura con orgoglio - il dovere per il suo carnefice. O almeno non lo conferma più con insistenza quando questo "dovere" ha cessato di essere necessario.
Ma con le discussioni intorno a Waldheim che furono molto dolorose e laceranti per la popolazione austriaca, qualcosa si è mosso in Austria: la tesi ufficiale dell'Austria vittima del nazismo fu successivamente abbandonata a favore di una riflessione storica più articolata. Nel 1992, dopo le dimissioni di Waldheim, il governo austriaco decise la ricompensa degli ebrei cacciati dall'Austria e dei numerosi lavoratori forzati, a partire dal 2001 anche la restituzione dei loro beni confiscati dai nazisti. Ma questa svolta rafforzò, dall'altra parte, il partito populista di destra FPÖ che nella figura carismatica di Jörg Haider trovò una nuova figura di identificazione (vedi l'articolo su Jörg Haider).
Le fonti usate per questo articolo:
Altri uomini politici austriaci del dopoguerra:
Bruno Kreisky
(1911-1990)
Bruno Kreisky (1911-1990), per 13 anni cancelliere
dell'Austria, è stato molto popolare in Austria e stimato anche
all'estero.
Jörg Haider
(1950-2008)
Il filo-nazista Jörg Haider è stato uno dei leader politici
austriaci più discussi - ma anche più carismatici - del dopoguerra.
Per approfondire:
Per ulteriori risorse:
Commenta questa pagina:
Scopri di più su:
© 2023 Wolfgang Pruscha
Contatto - copyright - privacy