1915: un gruppo di ebrei ortodossi a Vienna
foto:
Pichler
Judenburg e Judendorf:
Molte cittadine dell'Austria meridionale conservano ancora oggi nel loro
nome il ricordo della passata presenza ebraica. C'è p.e. Judenburg, il più
antico insediamento ebraico nell'attuale Austria, poi ci sono Judendorf,
Judenau, Judenfurt, Judenhof, Judenweis e Judenleithen (la parola tedesca
per "ebreo" è "Jude"). Sono tutti paesi nati tra il 1200 e il 1400, situati
lungo antiche vie commerciali, i cui nomi testimoniano il fatto che importanti
commercianti ebrei dell'epoca si sono stabiliti lì fondando delle comunità.
Dalla persecuzione all'emancipazione:
Tra il 1300 e il 1700 le comunità ebraiche in Austria, che in quell'epoca costituivano una minoranza consistente e economicamente importante del
paese, subirono tutti i tipi di soprusi e persecuzioni.
Tassazioni esorbitanti, divieti di esercitare delle professioni riservate
ai cristiani, furti legalizzati dalla convinzione che rubare a un ebreo non
era peccato, fino alla periodica cacciata dalle loro case o persino alla
liquidazione fisica. Gli ebrei furono regolarmente accusati di essere la causa
della peste, delle catastrofi naturali, di avvelenare i pozzi, di uccidere i
bambini cristiani per usarli per i loro riti religiosi e per distruggere le
ostie. Tutto questo avvenne sempre con la
giustificazione ideologica e spesso anche con la regia della chiesa
cattolica, più tardi anche di quella protestante.
1348: un gruppo di ebrei viene bruciato in pubblico
(illustrazione dell'epoca)
"Gli ebrei sono quelli che hanno crocefisso Gesù!". Per molti secoli la
chiesa, non solo in Austria, ma in tutti i paesi dell'Europa, ha alimentato
convinzioni demagogiche come questa che servivano a giustificare la persecuzione e
l'eliminazione della "concorrenza" religiosa. Le comunità religiose degli
ebrei costituivano sempre un corpo estraneo in una società in cui la chiesa
voleva essere l'autorità suprema, in campo religioso e, se possibile, anche in
quello politico. L'idea della "colpa collettiva" degli
ebrei per la morte di Gesù fu praticamente la condanna a morte per decine di
migliaia di essi.
L'imperatore Giuseppe II (1741-1790)
che emanò i "Decreti di tolleranza"
La situazione cambiò solo nell'epoca dell'illuminismo. Nel 1781 l'imperatore
Giuseppe II emanò i "Decreti di tolleranza" abolendo molte delle discriminazioni
religiose nei confronti dei protestanti, degli ortodossi e degli
ebrei.
Dalla persecuzione all'emancipazione:
La sinagoga "Leopoldstädter Tempel"
litografia (del 1860) di
Rudolf von Alt
Ottenuta la parità di diritti con gli altri cittadini gli ebrei costruirono,
soprattutto a Vienna, varie sinagoghe, tra il 1824 e il 1826 la grande
sinagoga "Stadttempel" e, tra il 1854 e i 1858, la sinagoga "Leopoldstädter Tempel"
(vedi sopra).
Vienna, dove si respirava un'aria più libera e culturalmente più stimolante,
divenne il centro della cultura ebraica in Austria, soprattutto verso la fine
dell'800 e all'inizio del '900. Allora il 90% degli ebrei austriaci viveva a Vienna. Molti
ebrei che abitavano nelle campagne si erano trasferiti nella capitale dove
esistevano più possibilità professionali. All'inizio della prima guerra mondiale ca. 50.000 ebrei fuggirono a Vienna dai massacri provocati dell'esercito
russo in Galizia, 25.000 di essi rimasero nella città anche dopo la guerra.
Tra gli ebrei viennesi ci furono molti personaggi noti, come i banchieri
Rothschild, i medici e psicologi Siegmund Freud e Alfred Adler, gli
scienziati Adolf Lieben e Robert von Lieben, i compositori Gustav Mahler e
Arnold Schönberg, gli scrittori Hugo von Hofmannsthal, Karl Kraus, Joseph Roth e Arthur
Schnitzler e molti altri ancora. La maggior parte degli ebrei famosi
residenti a Vienna sono stati seppelliti nella sezione ebraica del cimitero
centrale della città.
La popolazione ebraica in Austria (territorio di oggi) e a Vienna:
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|
Popolazione dell'Austria |
Ebrei in Austria |
Abitanti di Vienna |
Ebrei a Vienna |
1857 |
4.076.000 |
n.d. |
476.000 |
2.600 |
1869 |
4.520.000 |
n.d. |
607.000 |
40.000 |
1890 |
5.394.000 |
130.000 |
1.341.000 |
118.000 |
1923 |
6.535.000 |
225.000 |
1.866.000 |
202.000 |
1934 |
6.686.000 |
191.000 |
1.936.000 |
176.000 |
1938 |
6.680.000 |
182.000 |
1.900.000 |
167.000 |
1939 |
6.653.000 |
100.000 |
1.830.000 |
91.000 |
oggi |
8.403.000 |
8.100 |
1.714.000 |
7.000 |
L'olocausto:
Vienna 1938: la polizia e alcuni passanti si divertono,
mentre alcuni ebrei sono costretti a lavare il pavimento del marciapiede.
foto:
Autore sconosciuto
Negli anni prima del 1938 la situazione in Austria e a Vienna era
caratterizzata da un crescente antisemitismo, alimentato dai partiti
dell'estrema destra e dai sempre più numerosi seguaci di Hitler. Nel 1938
le truppe naziste invasero l'Austria e tutto cambiò (vedi a proposito:
L'annessione dell'Austria alla Germania nazista).
Le leggi razziste contro gli ebrei furono subito applicate anche in Austria
e iniziò, oltre a un grande esodo di ebrei nei paesi ritenuti più sicuri, la
loro persecuzione sistematica e la loro incarcerazione nei campi di
concentramento, in particolare in quelli di Dachau e di Mauthausen (vicino a
Linz).
Nella sola Vienna, nel 1938, i nazisti distrussero 22 sinagoghe, 40 piccali
oratori e il cimitero ebraico della città. Dei 182.000 ebrei che nel 1938
vissero in Austria, 120.000 riuscirono a scappare in altri paesi, 62.000
furono uccisi.
Il campo di concentramento di Mauthausen:
L'entrata del campo di concentramento di Mauthausen oggi
foto:
Dnalor 01
Non si può capire il dramma degli ebrei austriaci, se non si visita il
campo di concentramento di Mauthausen (vicino a Linz). Vi morirono 100.000 persone, metà
delle quali ebrei. Nel campo sono state
mantenute le celle delle torture, le camere a gas, i forni crematori
e le postazioni di guardia, a ricordo delle vittime.
Gli ebrei in Austria oggi:
Il monumento che ricorda gli ebrei austriaci assassinati dai nazisti (nella Judenplatz di Vienna)
foto:
Hans Peter Schaefer
Dopo la seconda guerra mondiale la sinagoga di Vienna "Stadttempel" fu
completamente restaurata, come anche il cimitero erbraico della città. Vienna è tuttora il centro ebraico più
importante del paese ma, come dimostrano le cifre riportate sopra, la
situazione è completamente diversa rispetto a prima della guerra. Oltre a
Vienna ci sono altre piccole comunità a Graz, Innsbruck,
Linz e Salìsburgo. In queste città le sinagoghe sono tutte moderne: quelle
antiche, dove esistevano, sono state distrutte dai nazisti.
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