a sinistra: il bravissimo Peter Lorre nel ruolo dell'assassinio, con la "M" stampata sulle spalle. in basso: un'altra foto suggestiva del film.
Il terrore regna nella città. Un "mostro" continua ad uccidere delle bambine, senza che la polizia possa far nulla. Stanchi delle continue retate, la potente organizzazione dei ladri della città, grazie ad una capillare rete di vigilanza tesa in tutta la città con il concorso dei ladri e dei mendicanti, riesce a scoprire un tenue indizio: il "mostro", nell'avvicinare le sue vittime fischietta un macabro motivo. Il criminale, individuato da un mendicante cieco, grazie al motivetto musicale, è “marchiato” con una grossa "M" di gesso sulle spalle. Catturato in fine dai ladri, è condotto in un sotterraneo dove si è radunato il tribunale della malavita. L’assassino cerca di discolparsi imputando i suoi delitti ad una forza irrefrenabile che lo assale. La condanna a morte sembra inevitabile quando all’ultimo momento la polizia fa irruzione nel sotterraneo e consegna il criminale alla giustizia.
Con questo film Lang iniziò a esplorare le possibilità artistiche del cinema sonoro, e sebbene fosse il suo primo film girato con la nuova tecnica fu subito un capolavoro che fece scuola. Lang scelse Peter Lorre per parte di un perverso infanticida, un'interpretazione che lo fece diventare famoso. Il film si basa sul caso autentico dell'assassinio di bambini di nome Peter Kürten che terrorizzava la città di Düsseldorf.
"Il mostro di Düsseldorf" (titolo originale: "M - eine Stadt sucht einen Mörder") fu per lungo tempo il film più celebre di Lang, apprezzato sia per il suo tema sia per la sensazionale interpretazione di Peter Lorre. Ma il film non è incentrato sulla figura dell'assassinio, ciò che viene descritto è tutto il contesto sociale. Il film fece anche scandalo perché il mondo della malavita appare molto più rassicurante ed efficiente della polizia. |