Rilke nello studio della Villa Strohl-Fern a Roma, nel 1904 foto:
Autore sconosciuto
Rilke nello studio della Villa Strohl-Fern a Roma, nel 1904 foto:
Autore sconosciuto
Tesi di laurea di Veronica Borsari.
Informazioni generali:
Titolo della tesi: Tacere l'indicibile: le Elegie Duinesi di Rainer Rilke
Autrice: Veronica Borsari
Università: Università di Modena e Reggio Emilia, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea in Lingue e culture europee
Anno di scrittura: 2009
L'abstract della tesi:
La tesi parte dalla lettura delle Duiniser Elegien,
l’opera poetica che Rilke termina di comporre nel 1922. Il presente lavoro
si è proposto di investigare alcune delle figure che il poeta utilizza nel
corso di tutte le dieci elegie: gli amanti, il bambino, gli acrobati, gli
eroi, la marionetta, il ballerino, l’animale, e la figura che sovrasta tutte
le altre, quella dell’angelo.
Tenendo poi ben presente il fatto che Rilke stesso dichiara che la lingua
riserva per l’uomo un largo spazio di indicibilità, abbiamo cercato di
dimostrare come nelle Elegie Duinesi egli riesca in ogni modo a dire molte
cose, a trasmettere con le parole molti concetti ed idee, sebbene come
abbiamo appunto sottolineato, egli sia consapevole della limitatezza della
lingua di cui fa uso.
Abbiamo quindi voluto interpretare le figure, che Rilke porta in scena nelle
Elegie, come delle figure mitologiche, riprendendo la visione dell’
inversione mitopoietica che Hans Georg Gadamer dà dell’opera rilkiana. Si è
tentato quindi di mettere in luce come Rilke riesca a trasporre nelle Elegie
molto dire poetico, appoggiandosi sulla tecnica della mitopoiesi. Rilke crea
dei miti, delle figure che sanno di mitologia, attingendo immagini dalla
vita quotidiana, per aiutare se stesso a dire di più, di quello che sarebbe
normalmente in grado di esprimere, con semplici parole.
Grazie alla mitopoiesi, il mito vive proprio a causa del suo essere detto,
essere narrato, dentro l’opera poetica. All’interno delle Elegie Duinesi
prende forma un orizzonte mitologico: aspetti della vita quotidiana si
trasformano in figure mitologiche. Tali miti possono essere visti come
figure dell’indicibile che sono ancora in attesa di una narrazione, come
contenitori di quell’indicibile che si manifesta come silenzio nella sfera
del dicibile, e che si lasciano dire proprio grazie al loro essere narrati
all’interno dell’opera. Le figure aprono la via a una possibile dicibilità,
dal momento che sono narrate. Solo le cose che non ci dicono nulla sono
silenziose, il mito che invece si lascia narrare riesce a trasmettere
parole, e aprire uno squarcio nell’indicibile. Il compito del mito non è né
quello di dire se stesso né quello di dire il mondo, ma più semplicemente
quello di esperire la dicibilità, ovvero tutte le possibilità del dire, per
giungere a esprimere l’indibile, o quanto meno sulla soglia di questa nuova
possibilità, che rimaneva prima silenziosa.
L’uomo-poeta facendo tutto ciò cerca un modo per vincere la morte, ma non la
morte umana, bensì quella delle parole, della lingua. Il poeta si fa
creatore di una lingua significante, creando una nuova mitologia, che non ha
più nulla di religioso come nel mondo antico, ma ha carattere quotidiano.
Rilke porta in scena degli amanti, un ballerino, e anche l’angelo non deve
essere visto come un qualcosa di trascendente, ma come piuttosto lo
strumento per superare l’indicibilità, quel momento di manifestazione
estetica del poeta che riesce a giungere sulla soglia dell’indicibile, ben
sapendo che il suo raggiungimento è momentaneo.
Giungere all’indicibile è un’elevazione estetica temporanea, una illusione,
che però dà una grande consapevolezza al poeta: proprio mentre si dà forma
all’indicibile, si prende atto del dicibile. Il poeta in quel momento è
consapevole del limite, del confine che esiste fra questi due tipi di
linguaggio: la lingua delle parole e quella dei silenzi. È così facendo che
il poeta scopre la distanza. Il fallimento accompagna allora sempre il
trionfo. Nell’analisi delle figure delle Elegie abbiamo riscontrato la
stessa dicotomia di trionfo e fallimento: ad esempio i saltimbanchi, che
giungono grazie all’esercizio quotidiano alla perfezione del loro
spettacolo, ma che provano ancora il dolore di cadere, emozione del tutto
umana, e che quindi non li fa arrivare ad essere quella figura perfetta che
riesce ad andare oltre al limite.
Note sul copyright:
L'utilizzo di questo "Archivio di tesi e tesine" è gratuito ma vanno, in
ogni caso, rispettati i diritti d'autore (copyright). Le cose più importanti da ricordare sono:
Tutte le tesi e tesine sono tutelate dal copyright, a meno che l'autore non indichi esplicitamente il contrario.
Se volete riprodurre (su carta o in internet) un intero testo o parti consistenti di esso, non basta citare la fonte: dovete sempre chiedere il permesso dell'autore.
Se volete invece citare solo dei brevi passaggi, potete farlo purché indichiate l'autore
e la fonte.
Ogni violazione del copyright è reato e può essere punita secondo le leggi in vigore.
Copiare un testo e ripubblicarlo (anche solo parzialmente) da un'altra parte in internet è molto facile, ma è altrettanto facile scoprire un testo rubato in questa maniera: ci sono dei motori di ricerca specializzati che scovano
ogni plagio in pochi secondi.