Joseph Roth (1894-1939) in una foto del 1926
fonte:
Wikimedia Commons
Articolo a cura di Daniele Brina.
Breve biografia di Joseph Roth:
Joseph Roth è uno scrittore e giornalista austriaco del primo Novecento.
Non è una figura letteraria molto conosciuta oltre l’area linguistica
tedesca, se non per il racconto autobiografico più noto, ovvero
Die Legende vom heiligen Trinker, (La leggenda del
santo bevitore) scritto nel 1939, diventato celebre anche
dall'ononimo film (del 1988) diretto del regista italiano Ermanno Olmi.
Nasce nel 1894 da una famiglia ebraica in Galizia, nella città di Brody,
che ora si trova in Polonia ma a quell’epoca apparteneva al groviglio di
stati che componeva l’impero Austro-Ungarico. Nel 1913 arriva a Vienna,
la grande capitale, per studiare germanistica all’università. In
condizioni economiche davvero precarie inizia, grazie alla sua abilità
stilistica, una collaborazione con il giornale Österreichs
Illustrierte Zeitung dove vengono pubblicati i suoi primi
articoli e poesie. Scoppia la guerra ma Joseph è un pacifista. Si
arruola solo nel 1916 e vive in una caserma di Vienna come addetto
Ufficio stampa dell’esercito. Anche in questo periodo scrive. Le sue
parole vengono pubblicate sul quotidiano Der Abend e
sul settimanale Der Friede. Il direttore di
quest’ultimo sarà colui che, terminato il conflitto, recluterà Roth come
collaboratore per le pagine culturali del Der Neue Tag.
Qui descrive nei suoi articoli la vita quotidiana della gente nella
Vienna del dopoguerra come una sorta di cronaca cittadina, spesso
trasposta in chiave metaforica.
Nel 1920 il giornale chiude e il giornalista si reca nella più vivace
Berlino dove lavora per il Berliner Börsen-Courier
prima e successivamente per alcuni anni come corrispondente culturale
nel più conosciuto Frankfurter Zeitung dove inizierà
una corrispondenza con Stefan Zweig che diventerà suo
mecenate. Nella redazione di questa importante testata sviluppa numerosi
reportage che spesso lo portano a Parigi, in Albania, in Polonia e anche
in Italia.
La vita sentimentale dello scrittore è molto travagliata. Sposa a Vienna
Friederike (Friedl) Reichler che lo segue a Berlino. Ma
la vita mondana e frenetica dello scrittore, oltre alla sua morbosa e
insana gelosia, provocano nella moglie una forte crisi tale da
destabilizzarla quasi completamente. Roth dopo i primi sensi di colpa
conosce diverse donne con le quali intrattiene numerose relazioni.
Con l’ascesa al potere di Hitler nel 1933, data la sua origine ebraica,
è costretto ad emigrare. Dapprima si trasferisce in Francia, poi nei
Paesi Bassi e infine nuovamente in Francia. Nonostante in Germania i
suoi libri vengono bruciati, nei paesi che lo ospitano, rispetto a molti
altri scrittori emigrati, continua ad avere la possibilità di pubblicare
opere. Nel 1936 incontra la scrittrice Irmgard Keun con
la quale vive a Parigi, ma nel 1938 si lasceranno. Tra il 1937 e il 1939
la situazione economica, oltre alla salute di Roth, peggiorano. Beve e
viene trasferito all’ospizio dei poveri. Il 27 maggio 1939 muore a
Parigi per polmonite.
Le opere di Joseph Roth:
Risulta molto difficile imbrigliare la vasta gamma di opere prodotte da
questo autore. Innanzitutto i suoi scritti vanno da articoli di
giornale, reportage, saggi fino a racconti, romanzi e poesie. L’attività
giornalistica abbraccia tutta la sua esistenza, luogo privilegiato in
cui esprime una costante delusione per la mancanza dei valori del suo
tempo.
È ancorato alla tradizione e la modernità è sempre un pretesto
per ironizzare; quello che più emerge è senza dubbio la focalizzazione
su coloro che si trovano ai margini della società tra miseria e
quotidianità, in particolare la posizione dell’ebreo sradicato. "Die Welt
mit zwei Seiten" (le due facce del mondo) dice più volte; è colpito dalla doppiezza del mondo che
secondo lui possiede ‘due lati’. Tutto si rivela per ciò che è e per il
suo esatto contrario. Nei primi anni a Vienna pubblica qualche poesia
comparsa sul giornale Österreichs Illustrierte Zeitung. In un arco di tempo ben più ampio
Roth si dedica invece alla stesura di racconti o brevi novelle, spesso
abbozzi, destinati forse a diventare lavori più completi. Tra i più noti
rientrano senza dubbio Der Vorzugsschüler (L’allievo modello),
April.
Die Geschichte einer Liebe (Aprile. Storia di un amore),
Stationschef
Fallmerayer (il capostazione Fallmerayer) e
Triumph der Schönheit (Il
trionfo della bellezza).
Altri brevi componimenti verranno trovati dopo la morte, soprattutto la famosa
Legende vom heiligen Trinker (La leggenda del
santo bevitore) diventata successivamente un libro a sé.
I romanzi veri e propri vengono tutti composti dal 1922 in poi. Fin da questi lavori emerge la vocazione di Roth
nel contrastare ogni tendenza letteraria: la sua essenza è un’attenta e
oculatissima osservazione realistica di un mondo che ruota attorno a
qualche personaggio.
Vengono poi pubblicati alcuni tra i più famosi
titoli: Die Flucht ohne Ende (Fuga senza fine), Hiob. Roman eines
einfachen Mannes (Giobbe. Romanzo di un uomo semplice), Radetzkymarsch
(La marcia di Radetzky), Die Büste des Kaisers (Il busto
dell’imperatore), Beichte eines Mörders. Erzählt in einer Nacht
(Confessione di un assassino raccontata in una notte) e
Die
Kapuzinergruft (La cripta dei cappuccini). Il suo stile è schietto,
incisivo, ferocemente oggettivo. La realtà nei suoi romanzi è data
dall’essere umano: uomo e continua ricerca di realtà diventano insieme
un tutt’uno attraverso cui lo scrittore rileva e analizza dei sintomi.
Ad interessargli sono i mutamenti storici, le trasformazioni.
Non a caso
l’epoca di Roth è di transizione per eccellenza all’interno del
Novecento e dei suoi eventi. In questo contesto il personaggio-uomo
sradicato calato nell’oggettività di una parentesi di passaggio storico
costituiscono per l’autore il nucleo fondante della sua scrittura. Così,
quasi con meticolosa perizia medica, Roth scompone e sviscera quel mondo
che sembra aver scordato ogni tradizione, ogni valore, ogni sicurezza.