Heribert Ritter Karajan nasce il 5 aprile 1908
a Salisburgo da una famiglia di origine greca. Il padre è un medico e anche
un discreto clarinettista. Il giovane Herbert, così ribattezzato, inizia a
prendere lezioni di pianoforte da Franz Ledwinka alla tenera età di quattro
anni. Tra il 1916 e il 1926 studia e si forma al
Mozarteum, il conservatorio di Salisburgo, dove viene subito
incoraggiato alla professione di direttore d’orchestra anziché a quella di
pianista, ma tuttavia con questa carica fa la sua prima apparizione pubblica
nel 1917.
Per soli due anni, tra il 1926 e il 1928 è iscritto al
Politecnico di Vienna come studente di ingegneria, ma la sua strada è ormai
nella direzione d’orchestra. Nel 1929 fa
il suo esordio: dirige Salomè nel Festspielhaus di Salisburgo. Subito
raccoglie un successo impensato. Tra il 1929 e il 1934 ricopre l’incarico di
Maestro di cappella al teatro statale di Ulm, dove dirige tra le altre cose
Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart. È del
1933 il suo debutto in qualità di
direttore al Festival di Salisburgo;
soprintende le musiche per la Walpurgisnacht, la Notte di Valpurga
all’interno del Faust prodotto da Max Reinhardt.
Durante il nazismo:
Nel medesimo anno Karajan aderisce al partito
nazista, ma fu poco interessato alla politica. Il rapporto di
Herbert von Karajan con il nazismo è da sempre controverso. L’iscrizione al
partito è stata la cifra da pagare per il posto come direttore musicale allo
Stadtteather di Aquisgrana. Infatti, negli anni tra il 1933 e il 1945, chi
vuole lavorare in Germania come musicista, pittore, attore o scrittore deve
scendere a patti con il regime di Hitler, altrimenti perde il lavoro o è
costretto ad emigrare. Inizialmente i nazisti vedono il direttore di buon
occhio, ma soprattutto come uno strumento per celebrare i fasti della grande
Germania. Ben presto però arrivano i primi problemi come quello di suonare
musica sacra. Quando nel 1942 sposa in seconde nozze Anita Gütermann, una
donna di origini ebraiche per un quarto (Vierteljüdin), il legame del
musicista con il partito si deteriora del tutto.
Tra il 1935 e il
1942 dirige numerosi concerti sinfonici presso il teatro d’opera di Aachen.
Nel 1937 giunge la nomina come Generalmusikdirektor più giovane della
Germania e inizia a girare l’Europa: Bruxelles, Amsterdam, Stoccolma. Nello
stesso anno debutta con i Berliner Philharmoniker all’Opera di Stato di
Berlino con Fidelio. Dirige il Tristan und Isolde e nel 1938 registra, in
collaborazione contrattuale con la Deutsche Grammophon, l’Ouverture tratta
dal Die Zauberflöte di Mozart presso la Staatskapelle di Berlino. Nel mese
di luglio sposa la cantante d’operetta Elmy Holgerlöf conosciuta ad Aachen,
da cui divorzia quatto anni più tardi. Dal 1939 al 1945 assume la carica di
direttore d’orchestra allo Staatsoper Unter den Linden di Berlino.
Dopo la guerra Karajan paga lo scotto del processo
di denazificazione; per mesi non può infatti tornare al proprio
lavoro. Il primo incarico arriva nel 1946 al Festival di Lucerna; nello
stesso anno dirige i Wiener Philharmoniker a Vienna ma gli viene vietato,
dalle forze d’occupazione russe, la partecipazione a concerti pubblici, fino
al 1947. Nel 1948, sempre alla direzione dei
Wiener Philharmoniker, è a Salisburgo per Le nozze di Figaro, Orfeo
ed Euridice, ed Ein Deutsches Requiem; diventa direttore artistico della
Gesellschaft der Musikfreunde di Vienna e dell’orchestra sinfonica fino al
1960; nel 1949 dirige la Nona di Beethoven e la Messa da requiem di Verdi.
Nella stagione 1950-51 dirige il Tannhäuser e Don Giovanni; incide alcuni
atti de Die Walküre per la casa discografica Columbia a Bayreuth, dove
dirige tra l’altro la stessa opera, L’oro del Reno, Sigfried, Il crepuscolo
degli dei e I maestri cantori di Norimberga al Festspielhaus. Nel 1955 viene
nominato direttore principale dell’Orchestra filarmonica di Berlino; tra il
1948 e il 1960 collabora intensamente con la Philarmonia Orchestra di
Londra.
Tra il 1959 e il 1964 è direttore artistico del Teatro dell’Opera
di Vienna; nello stesso periodo è ospite principale del Teatro alla
Scala di Milano nonché direttore unico della stagione di Opera Tedesca; tra
il 1957 e il 1960 guida il Festival di Salisburgo. Nel 1958 conosce la
fotomodella francese Eliette Mouret e dopo pochi mesi si sposa con lei. Da
questa unione nascono le due figlie Isabelle nel 1960 e Arabelle nel 1964.
La fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta è l’epoca dei
tour con i Berliner Philharmoniker: Nord
America, Giappone, Nord Europa, Inghilterra.
Nel 1963 inaugura la
Philharmonie Concert Hall di Berlino con la Nona Sinfonia di Beethoven e
dirige la prima rappresentazione nella Staatsoper
di Vienna de L'incoronazione di Poppea di Claudio Monteverdi.
Quattro anni più tardi fonda il Festival di Pasqua di Salisburgo che dirige
fino alla sua morte. Ogni anno vi allestisce un’opera con i Filarmonici di
Berlino.
Nel 1980 effettua la prima registrazione digitale a Berlino,
il Flauto magico di Mozart e l’anno seguente presenta il sistema audio
digitale compact disc durante il Salzburg Festival di Pasqua. Nel 1987
Karajan dirige il Concerto di Capodanno con la Filarmonica di Vienna con
copertura televisiva in tutto il mondo. Continua incessantemente a incidere
e ad esibirsi. Del 1988 è la direzione al Großes Festspielhaus del Ein
deutsches Requiem di Brahms. Il 23 aprile 1989 è la data della sua ultima
apparizione in pubblico nella sala d’oro del Musikverein insieme ai Wiener
Philharmoniker con l’esecuzione della Settima sinfonia di Anton Bruckner.
Muore il 16 luglio 1989 nella villa di
Anif, nei pressi di Salisburgo, per un arresto cardiaco.
Karajan dirige la Nona Sinfonia di Beethoven:
La grandezza di Herbert von Karajan:
La grandezza di questo direttore d’orchestra, che non a caso il New York
Times ha definito il più famoso del mondo fino ad ora, è racchiusa nella
capacità di saper estrapolare un suono meraviglioso dall’orchestra,
concretizzando effetti acustici magnifici e udibili in qualsiasi repertorio,
in musiche diverse e persino nelle registrazioni. Proprio per quest’ultime
Karajan ha un ruolo di tutto rilievo: partecipa attivamente allo sviluppo
tecnologico per la registrazione e riproduzione in digitale. Con lui il
direttore d’orchestra diventa una personalità centrale in grado di marcare
lo scenario musicale a 360 gradi oltre che deciderne sviluppi, curvature,
indirizzi. L’interesse e il dinamismo del maestro si sono poi propagati
anche alla documentazione musicale creando una figura di artista versatile e
completa.