Gregor Mendel (1822-1884)
Nel 1865 scoprì alcune leggi sull'ereditarietà
che segnarono l'inizio della moderna genetica.
La vita di Gregor Mendel:
Gregor Johann Mendel nacque a Heinzendorf (oggi
Vražné nella Repubblica Ceca, allora parte dell'impero austriaco) il 22 giugno
1822 come figlio di una famiglia di contadini. Fin da piccolo Mendel sognò di
uscire dall'ambiente rurale e i suoi risultati eccellenti a scuola gli
permisero di frequentare prima il ginnasio e poi, a partire dal 1840, l'università. Le sue passioni furono la matematica, la botanica e la meteorologia.
Ma la sua famiglia non aveva i mezzi economici per aiutarlo negli studi e nonostante gli
ottimi voti ottenuti nei primi due anni dell'università e nonostante tutti i suoi tentativi
di autofinanziare i suoi studi fu costretto ad
abbandonare l'università nel 1843.
Nella sua autobiografia Mendel scrisse che è stata proprio la fame a
spingerlo a seguire il consiglio del suo professore di fisica a chiedere di
poter entrare nel monastero San Tommaso dei frati agostiniani a Brno
(che all'epoca si chiamava Brünn). La vita nel monastero rappresentò per Mendel
una vera svolta: i monaci agostiniani di Brno consideravano lo studio la più
alta forma di preghiera e privilegiarono così l’impegno accademico di Mendel che,
dal 1845 al 1848, studiò teologia, matematica e biologia all'università
teologica di Brno. Era convinzione di Mendel che "le forze della natura
agiscono secondo una segreta armonia che è compito dell'uomo scoprire". Nel
1847 venne ordinato sacerdote, ma i suoi superiori avevano capito che i suoi
interessi andavano più verso la scienza che al sacerdozio e gli procurarono un posto come insegnante ausiliario
al ginnasio di Brno.
Tra il 1851 e il 1853 il suo abate gli dette l'occasione di studiare all’Università imperiale
di Vienna dove Mendel divenne assistente all’istituto di fisica, un ruolo
riservato agli studenti migliori. Ritornato a Brno Mendel ricominciò a
lavorare come insegnante del ginnasio e cominciò, a partire dal 1856, a
coltivare e analizzare in sette anni di esperimenti le piante di
piselli cercando di capire come si trasmettono certe caratteristiche delle
piante da una generazione a quelle successive. L'elaborazione dei suoi dati
lo portò infine a formulare le famose "Leggi dell'Ereditarietà di
Mendel".
Nel 1868 divenne abate del suo monastero e fu coinvolto, negli ultimi anni
della sua vita, in una aspra polemica con il governo di Vienna su delle
nuove tasse sui monasteri che Mendel si rifiutò di pagare. All'inizio del
1883 si ammalò gravemente di idropisia. Morì il 6 gennaio del 1884 a Brno.
Un diagramma che illustra sette caratteriche della pianta dei piselli
che Mendel analizzò per anni per formulare le sue leggi.
Le sue ricerche:
Coltivando e analizzando in anni di paziente
lavoro circa 28.000 piante di piselli, incrociandoli tra di loro e
osservando il loro sviluppo e le loro caratteristiche, Mendel riuscì a stabilire alcune leggi
fondamentali sull'eredità dei caratteri che, nonostante tutte le
imperfezioni del suo lavoro, segnarono la nascita della scienza della
genetica. Inoltre, Mendel fu il primo ad usare metodi statistici nella
conduzione e nell'analisi delle sue ricerche.
Nel 1865 Mendel presentò i risultati del suo lavoro per la prima volta
pubblicamente. Ma il mondo scientifico europeo non capì, con pochissime
eccezioni, le scoperte e le teorie del monaco austriaco, la sua portata e le sue possibili conseguenze.
Solo nel 1900, a 16 anni dopo la morte di Mendel, tre scienziati, l'olandese
Hugo de Vries,
il tedesco Carl Correns e l'austriaco Erich Tschermak,
trovarono le prime conferme alle teorie di Gregor Mendel che, tra l'altro,
costituirono una importante componente aggiuntiva per avvalorare la teoria
dell'evoluzione di Charles Darwin, formulata per la prima volta nel 1859 e
anch'essa guardata all'inizio dal mondo scientifico con diffidenza e rifiuto.
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